Disabilità, il ruolo di avvocati e assistenti sociali a tutela delle persone fragili
Qual è il ruolo degli avvocati e degli assistenti sociali nella complessa fase di affiancamento alle famiglie con disabilità? Se ne è discusso ampiamente venerdì 27 settembre, nella sede del centro di riabilitazione del Csr di Viagrande (CT) in occasione del convegno “Disabilità, dall’integrazione all’inclusione: interventi sociali e tutele giuridiche”, organizzato dal Consorzio Siciliano di Riabilitazione in collaborazione con l’associazione Cammino – Camera Nazionale Avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni, con il patrocinio del Comune di Viagrande.
“Diversità, uguaglianza, integrazione, inclusione sono parole che accompagnano la vita della nostra famiglia da 52 anni e abbiamo sempre proseguito per colmare il vuoto che la società creava attorno alle persone con disabilità, per affermare il rispetto per i disabili in quanto persone” ha detto il Presidente del Csr, Sergio Lo Trovato, che ha aperto il convegno insieme al Direttore generale Francesco Lo Trovato, che ha ricordato come “le assistenti sociali sono state il primo nucleo fondamentale delle nostre attività riabilitative”. Dopo i saluti del sindaco, Francesco Leonardi, si è discusso del ruolo degli avvocati e delle assistenti sociali per tutelare i diritti delle persone con disabilità. Per dirla con le parole di Marilena Parisi, Presidente dell’associazione Cammino, “il nostro ruolo è quello di affiancare le persone che hanno bisogno di tutela, non per promuovere procedimenti ma per tutelare diritti”. Per Anna Talbot, assistente sociale del Csr e responsabile delle attività di integrazione sociale, “il nostro ruolo è quello di aiutare le famiglie anche a superare anche alcuni fattori psicologici importanti nella gestione del figlio disabile”.
Il riferimento è anche alle normative che sono state introdotte nel corso degli ultimi anni a tutela dei disabili. Nello specifico, si è discusso della legge sull’amministrazione di sostegno, introdotta nel 2004 come superamento dell’interdizione, come ha spiegato Delia Ginardi, avvocato cassazionista e tesoriere dell’associazione Cammino: “Mentre l’interdizione prevedeva la privazione della capacità di agire del soggetto disabile, e tutto dipendeva dal tutore, con la legge 6 del 2004 si è istituita una nuova forma di tutela, in cui l’amministrato non perde la capacità di agire: il giudice tutelare emana infatti un provvedimento che deve essere costruito su misura”. Importante anche la legge 112 del 2016 sul “Dopo di noi”, intervenuta per sostenere i disabili adulti senza genitori, o con genitori anziani, prevedendo percorsi di deistituzionalizzazione e misure come il Trust, per l’istituzione di un fondo a beneficio del disabile nel suo futuro. Moderato da Francesco Nicoletti, docente di malattie nervose e mentali, già Direttore del dipartimento di Scienze neurologiche dell’Università di Catania, al dibattito è intervenuto anche l’avvocato Guido Minà, componente Commissione diritto di famiglia dell’Ordine degli avvocati di Catania, che ha ricordato alcune leggi e passi importanti: dall’articolo 3 della nostra Costituzione “alla legge 118 del 1971 che parla per la prima volta di invalidità, ma senza alcun riferimento al contesto di vita”: “Un passo avanti è stata la legge 104 del 1992, in cui si parla delle esigenze della persona con handicap e si concentra l’attenzione sul contesto”. Fondamentali anche la Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. Come importante è il ruolo dell’assistente sociale, “che nel colloquio sociale deve affrontare tutte le problematiche, anche quelle che non emergono immediatamente” ha ricordato Gina Occhipinti, assistente sociale specialista al Policlinico di Catania.
Problemi che, nella maggior parte dei casi, non sono legati alla disabilità della persona ma al contesto sociale in cui vive. Oggi finalmente, è stato detto al convegno, non si identifica più il problema con la persona che lo porta con sé, perché non è il disabile ad avere dei limiti ma è la società a porre degli ostacoli. Spetta quindi al legislatore rimuovere questi ostacoli, queste barriere.